Vuole essere, con esame di casi reali, una sede di discussione giuridica aperta a tutti, volta a superare ogni timore reverenziale nei confronti del magistrato che, per negligenza inescusabile o per dolo, non solo causa ingenti danni al cittadino, ma mina alla radice la legalità e la democrazia nel bel paese.
LA DEMOCRAZIA
Non è una puttana da fottere, ma una dea da amare e difendere anche a costo della vita.
Non può esservi democrazia senza legalità.
La legalità deve in primis essere difesa e rispettata dal magistrato.
Il magistrato inadempiente e/o vile verso i suoi doveri istituzionali deve uscire dalla magistratura.
Francia e Olanda hanno detto no alla costituzione Europea.
Ø Si alla costituzione Europea, ma solo se tutti i paesi che la sottoscrivono riconosceranno al cittadino il diritto concreto di perseguire giudizialmente il magistrato che, per negligenza inescusabile o per dolo nello svolgimento delle sue funzioni, cagioni danni al cittadino.
Ø Si alla costituzione Europea, ma solo se la Corte Europea per i diritti dell’Uomo avrà l’obbligo di riconoscere, quale diritto inviolabile dell’Uomo, la ricevibilità del ricorso quando il giudice interno è incorso in violazione e/o falsa applicazione della legge interna; in omessa attività istruttoria e chiesta dalle parti in causa; in omesso esame degli atti processuali; in omessa motivazione; nel vizio logico, anche dell'ultima istanza. (Cassazione).
Ø Si alla costituzione Europea, ma solo se contiene la responsabilità del magistrato della Corte Europea per i diritti dell’uomo, qualora incorra, per negligenza inescusabile o per dolo, nella violazione di una o più condizioni previste dalla Convenzione Europea dei Diritti Dell'uomo.
Diversamente nessuna casa Europea sarà mai possibile.
Il solo interesse economico - cosi pare ridursi la costituzione respinta- può al massimo (se il mercato tira), produrre buone relazioni commerciali tra i vari paesi, (relazioni destinate a guastarsi dinanzi agli inevitabili cicli di crisi ecconomica che nella storia umana sempre avviene), ma non potra mai instaurare nei vari popoli quel sentimento di appartenenza alla casa comune, che viceversa potrebbe dare la Corte Europea per i diritti dell'uomo, se avesse per fondamento le condizioni sopra esposte, divenendo cosi per il popolo Europeo, un punto di riferimento serio e credibile, anche se al Governo locale del momento vi fosse la balorda idea contraria all'Unione stessa.
Sarò grato a chiunque vorrà intervenire segnalando casi di mala giustizia, e/o collaborare con proposte, e/o anche con critiche aspre, sia per formulare le norme innanzi auspicate da proporre poi nelle sedi competenti, sia per migliorare e rendere sempre più efficace e funzionale questo sito, finalizzato ad affermare sempre e comunque la:
legalità e la democrazia.
L’Avv. Agostana Bassi (Forum), e l’Avv. Ghedini di Padova, ebbero pubblicamente a dichiarare che in Italia abbiamo la legge sulla responsabilità del magistrato, ma che non viene applicata.
Vedi L. 117/88.
Ma chi deve applicare la legge se non il magistrato ?
Se il magistrato non applica o viola la legge cadde nel dolo ?
Certamente si, se vi è nel magistrato la consapevolezza e la libera volontà di violare e/o non applicare correttamente la legge; e/o di omettere le prove proposte; e/o di omettere l’esame degli atti; e/o di omettere la motivazione; e/o comunque non prestare quel minimo di attenzione necessaria per svolgere bene e fedelmente le sue alte funzioni. (dolo Omissivo).
Tutto semplice ? tutto facile ? certamente no!
Il dolo del magistrato, anche per un mediocre professionista, non è certo difficile da individuare. Quello che viceversa risulta impossibile e avere è il coraggio di denunciare il dolo del magistrato.
Il comma 6 dell’art. 395 C.P.C. consente la revoca delle sentenze per dolo del magistrato, ma nella storia del nostro ordinamento non risulta che vi siano stati casi pregressi da poter studiare e valutare, anche se non sono pochi gli avvocati che, nello studio di alcune sentenze hanno rilevato (solo verbalmente), il dolo addirittura in alcune pronunce della Cassazione.
La stessa Avv. Agostana Bassi, che indubbiamente è una professionista di alto livello, ebbe a dire che ha dovuto subire una sanzione di € 30.000, per essersi limitata a criticare una sentenza della Cassazione. il che è tutto dire.
Sempre in ordine al dolo, e quindi alla commissione di reato del magistrato nello svolgimento delle sue funzioni, è utile rilevare che l’art. 13 della legge 117/88 rinvia alle norme ordinarie, che certamente non richiedono forme, mezzi, e/o condizioni speciali, quali il "filtro" previsto dall'art. 5 legge 117/88, per svolgere l'attività istruttoria proposta dal cittadino dannegiato.
Ma sia i giudici di merito che di Cassazione hanno sempre affermato che il detto art. 13 postula il giudicato penale, e sul piano processuale hanno sempre affermato l’applicabilità del “filtro”, (comma 1 art. 5 L. 117/88) anche nel caso di dolo, il che, a mio parere, non fa certamente onore alla magistratura.
infatti, e tralasciando il "filtro", che in ultima analisi potrebbe anche essere accettato, pare di tutta evidenza che se veramente l’art. 13 postulasse il giudicato penale, sarebbe incostituzionale, in quanto non consentirebbe al cittadino danneggiato da reato prescritto e/o amnistiato alcun ristoro dei danni conseguenziali ai reati commessi dal magistrato nell’esercizio delle sue funzioni.
Quindi la domanda, perché anche la Suprema Corte incorre in violazione e/o falsa applicazione della legge ?
In Cassazione si applica l’omertà di casta ?
La risposta è affermativa, e lo vedremo nei documenti quando il sito avra una impostazione più completa.
Quanto alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, basti rilevare che l’art. 45 della convenzione testualmente recita:
“le sentenze e le decisioni che dichiarano i ricorsi ricevibili o irricevibili devono essere motivate”
Ma contrariamente a quanto disposto dal detto art. 45, ecco cosa dichiarano di solito le varie sezioni della Corte Europea:
“La informiamo che in data…………la Corte europea dei diritti umani, in camera di consiglio composta da un comitato di tre giudici…………………... ai sensi del combinato disposto degli art. 27 e 28 della Convenzione, ha dichiarato irricevibile il ricorso …………,non risultando soddisfatte le condizioni fissate dagli art. 34 o 35 della Convenzione”
Ma questa non è una motivazione, ma una semplice generica affermazione di comodo, in quanto è chiaro che non basta il semplice richiamo a delle norme per comprendere le ragioni della irricevibilità del ricorso. Vi è stato quindi da parte di quel comitato, violazione dell’art. 45 della convenzione.
Da ciò la domanda: in tale omessa motivazione e conseguenziale violazione dell’art. 45, può ravvisarsi il dolo di quel comitato ? Certamente si, se si considera che:
a) l’art. 27 riguarda la formazione dei comitati, delle camere e delle grandi camere, e perciò non incide sulle ragioni della ricevibilità o meno del ricorso.
b) L’art. 28, consente al comitato di dichiarare irricevibile il ricorso, ma solo se vi è parere unanime del comitato, e solo, recita la norma in esame, se:
“tale decisione può essere adottata senza ulteriori accertamenti”
Trattasi quindi di un richiamo normativo che solo apparentemente sembra logica, ma che di fatto non spiega le ragioni per cui il ricorso viene rigettato, è il parere unanime del comitato che: "non occorre ulteriori accertamenti," non esclude l'ipotesi del dolo dell'intero comitato, proprio perchè non si capisce la / le ragione della irricevibilità del ricorso. infatti:
c) l’art. 34 consente a chiunque di presentare il ricorso alla Corte Euroopea e quindi anche questa norma non incide sulla ricevibilità o meno del ricorso stesso.
d) l’art. 35 dispone le condizioni per la ricevibilità o meno del ricorso, quali l’esaurimento delle vie interne; la presentazione del ricorso entro 6 mesi dall’ultima pronuncia definitiva interna; ricorso anonimo; ricorso simile ad altro in precedenza rigettato e/o presentato ad altri organismi internazionali e/o non contenente nuovi elementi.
Ma se le vie interne sono state esaurite; se il ricorso è stato presentato nei termini dei sei mesi; se il ricorso non è anonimo perché è stato sottoscritto dal ricorrente; se il ricorso non è simile ad altro in precedenza rigettato; se il ricorso non è mai stato presentato ad altri organismi internazionali; delle due una: o esistono delle ragioni reali per dichiarare irricevibile il ricorso, allora non si vede come e perché non siano stati dichiarati, oppure non esiste alcun motivo per rigettare il ricorso, allora è provato il dolo di quel comitato, nascosto dietro l’omessa motivazione.
in altri termini, a parere di chi scrive, omettono la motivazione per non contradirsi e/o essere smentiti dalle risultanze documentali.
Ma tutto questo non basta per farci capire cosa altro intende l'art. 28, la dove consente il rigetto del ricorso, quando:
In breve, a parere di chi scrive, la Corte Europea per i diritti dell'uomo, come le magistrature interne del bel paese, non è libera come dovrebbe essere, ma legata al doppio filo del quieto vivere con la politica, fino al punto di violare, per mezzo dell'omessa motivazione i diritti dell'uomo, che in teoria dovrebbe tutelare.
AIUTO
Saro grato a chiunque vorrà aiutarmi a conoscere la sede penale competente a procedere contro il/i magistrati della Corte Europea per i diritti dell'uomo, quando agiscono con dolo.
Revocazione per dolo di sentenze interne, ex art. 395 comma 6
Ecco alcune risposte di numerosi Avvocati che hanno esaminato alcuni miei casi:
“ il dolo del magistrato, sia del merito che della Cassazione è più che pacifico, me se accettassi l’incarico di chiedere la revoca della sentenza, mi segherebbero le gambe; dovrei poi cambiare mestiere; dovrei andare a lavorare in ferriera; ………………”
Quindi vi è paura del magistrato!
Quindi la domanda:
Se l’Avvocato, che è un professionista capace di difendersi ha paura di svolgere la sua professione,
siamo o no già nella brutta copia del fascismo ?
LIBERTA – AUTONOMIA – INDIPENDENZA DEL MAGISTRATO
È pacifico che la libertà, l’autonomia, l’indipendenza del magistrato, devono essere sacri e inviolabili.
Cosi com'è pacifico che la libertà, l’autonomia, l’indipendenza del magistrato, sono tali solo se finalizzati a consentire lal magistrato di svolgre bene e fedelmente adempimento del dovere, e non certamente per mascherare la negligenza inescusabile e/o il dolo del magistrato i infedele nello svolgimento delle sue funzioni.
Infatti, è facile capire che qualsiasi magistrato disonesto non mancherà mai di giustificare la sua negligenza o il suo comportamento doloso, come: "liberò convincimento socondo scienza e coscienza" , anche se in realtà ha fatto finta di aver male interprettato le norme, i fatti, le prove, per favorire l'amico, o l'amico dell'amico, o per favorire chi eventualmente lo ha foragiato con una tangente.
C.S.M.
Alla corretta funzionalità della macchina giudiziaria, a mio parere, di certo non è utile il C.S.M. che, per quanto mi è noto, ricevuta la notizia di un qualche comportamento anche doloso del magistrato nello svolgimento delle sue funzioni, innanzi tutto non svolge nessuna valutazione della notizia e tantomeno indaga, poi, dopo qualche tempo, chiede notizia del caso alla procura Generale, che a sua volta si limita a passare la richiesta alla procura dove pende la denuncia. La procura inevitabilmente comunica alla procura Generale che la denuncia e/o notizia di reato è stata archiviata.
La procura Generale, senza svolgere alcun controllo sull’operato della procura, invia al C.S.M. la risposta avuta dalla procura, cosi che il C.S.M., senza alcun controllo sull’operato della procura e della procura Generale archivia il tutto, e poi promuove di grado e di stipendio quel magistrato disonesto.
È sulla base di questa realtà che è nato il moto: “archivia tu che archivio anch’io”, con tanti saluti all’obbligatorietà dell’azione penale prevista dall’art. 112 della nostra Costituzione.
A questi comportamenti, che indubbiamente sono devastanti per la legalità e la Democrazia, il Ministro Castelli è stato l’unico che si sia impegnato a porvi rimedio, proponendo addirittura un istituto separato dal C.S.M., volto ad esaminare e sanzionare i comportamenti illeciti dei magistrati inadempienti.
Ma com'è noto, sia il C.S.M. che i magistrati in generale, anziché prendere consapevolezza dell’ importanza del rispetto della legalità, hanno reagito con gravissime opposizioni e scioperi, mascherando il tutto con le pretestuose "difese della libertà, autonomia, indipendenza del magistrato", non avvedendosi però che con tali comportamenti, a mio parere molto infantili, da un lato hanno portato ulteriore discredito alla magistratura tutta, in quanto è intollerabile che il magistrato arrivi al punto di commettere impunemente dei reati per occultarne altri, il tutto con il beneplacito silenzio del C.S.M., e dall’altro lato, quei comportamenti, a mio parere molto infantili, sono stati e sono tuttora una istigazione a delinquere del magistrato balordo, che si sente intoccabile.
Non è sfuggito infatti alla maggior parte del popolo Italiano, che dietro a quei scioperi e gravi contestazioni al Ministro Castelli, non vi era la tutela della libertà, dell’autonomia, dell’indipendenza del magistrato, che mai nessuno si sognerebbe di auspicare, ma si è voluto e vuol perpetuare l'intoccabilità del magistrato del magistrato, anche quando mina alle radicie la legalità e le democrazia nel bel paese.
STAMPA
Nemmeno la stampa, cosi com'è ora struturata, pare essere strumento utile per la legalita e la democrazia nel bel paese.
1) perchè è foragiata dallo Stato, e ciò impedisce quelle scelte redazionali anche di critica aspra verso le istituzioni mal condotte.
Togliere il finanziamento pubblico significa determinare la libera competizione, avendosi cosi una stampa veramente libera è utile al paese.
2) perchè la stampa è chiusa come in una morsa dall'art. 595 c.p., dal quale sarebbe liberata se si attuasse la modifica del 1° comma dell'art. 596 c.p., consentendo cosi l'esimente delll'accertamento della verità o della notorietà dei fatti, instaurando cosi implicitamente il vecchio concetto Veneto che chi vuol l'onore se lo deve fare sulla piazza.
CLASSE POLITICA E MAGISTRATURA
E' innegabile che il paese Italia sia sempre stato caratterizzato da scandali di ogni sorta.
E' innegabile altresi che la magistratura, nonostante l'evento di "mani pulite" non sia riuscita a bloccare, e/o anche solo rallentare la corruzione nel paese, vedi i più recenti: calciopoli e le intercettazioni telefoniche che, guarda caso, le prime sono state liquidate con un "cambieremo le regole" e le seconde che, sia la destra che la sinistra, vogliono eliminare, impedendo cosi alla magistratura onesta di accertare eventuali reati. Basta questo per avere l'ennesima conferma che lnemmeno la classe politica non puo dare certezze di legalità, e nemmeno speranze per l'instaurazione della legalità e tutela della democrazia.
Democrazia che da molti viene interprettata come legittimazione a delinquere.
E' innegabile, a mio parere che, senza nulla togliere all'onesta di Di Pietro, "mani pulite" sia sorta solo dopo che Craxi abbia varato la legge 117/88 sulla responsabilità del magistrato.
Cosi come è innegabile che proprio Craxi, al di la delle sue responsabilità, sia stato il primo bersaglio di "mani pulite".
In breve, se la magistratura applicasse correttamente il disposto dell'art. 112 della Costituzione, il paese Italia dovrebbe cambiare totalmente la classe politica ogni 6 mesi.
Ma è proprio, a mio parere, questa inadempienza e/o arbitrio di scegliere se, chi e quando incriminare, che rende evidente che nemmeno la magistratura è capace di dare certezze e/o speranze di legalità al paese, e con essa la tutela della democrazia.
Non è un caso che oltre l'80% del popolo Italiano non abbia fiducia nella magistratura.
tralasciando coloro che oltre affermare "lo Stato deve", la "regione deve" la "provincia deve", il "comune deve", non sanno mai dare nulla al paese, pare, anzi nè sono fermamente convinto, che la soluzione del problema morale sia possibile solo con la:
DEMOCRAZIA DIRETTA
Nel senso di consentire al popolo la facoltà, per mezzo del referendum propositivo, di legiferare quantomeno per i problemi di ordine interni.
con il referendum propositivo, innanzi tutto con adeguata normativa si manderebbe a casa i magistrati balordi, avendosi cosi una magistratura onesta e veramente libera e indipendente a cui fare riferimento, anche perchè opererebbe su mandato esplicito e diretto del popolo.
in secondo luogo, con adeguate normative si darebbe alla magistratura, (quella onesta), tutti gli strumenti necessari per mandare veramente in galera i ladri, i corrotti e i corrutturi che, sempre a parere di chi scrive, sono l'esito, il risultato, le conseghuenze, o meglio il frutto avvelenato del magistrato balordo, e quindi ristabilire la moralità, la legalità e la VERA DEMOCRAZIA nel paese.
Per quanto sopra domando: Vogliamo tutelare la legalità e la democrazia?
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F.to Alessandro Gasparin. Via Moscovia 6, 33010 Osoppo (UD) Tel. 0432/975775 E – mail
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